Dall'autobiografia di Francesco Totti escono alcuni aneddoti relativi al rapporto dell'ex capitano giallorosso con Luciano Spalletti. Questo il racconto dell'attuale dirigente romanista su uno dei giorni più caldi della sua penultima stagione alla Roma: "
Gli strascichi dell’intervista provocano la prima grande crisi con l’allenatore. Succede domenica mattina a colazione, perché come spesso accade la parola scritta desta maggiore impressione di quella pronunciata a in tv. Anche il Tg1 sabato sera ha fatto il titolo su un mio attacco al mister che francamente non vedevo – ho detto che mi aspettavo un trattamento diverso, ma è un attacco? -; i giornali del mattino dopo rincarano la dose. Io mangio da solo, in un angolo lontano dal tavolo di Spalletti e dello staff, al quale è seduto anche Vito. E’ lui a venirmi a chiamare: “Ti vuole parlare dell’intervista”. Andiamo in sala riunioni. Il tecnico ha in mano la rassegna stampa. La agita come se fosse un randello.
“Che cosa devo fare io adesso?”. Se lo chiede tre volte, in tono sempre più spazientito.
“Mister, ma ha sentito l’intervista? Guardi che Vito l’ha registrata…”
“Non me ne frega niente dell’intervista, conta quello che c’è scritto qui, sui giornali”
“Guardi che io di lei ho parlato soltanto bene, è alla società che ho chiesto più rispetto”. Gli do del lei, a memoria è la prima volta: è un evidente segno del gelo ormai sceso fra noi. Andiamo avanti a lungo, io per chiarire e lui per ribadire la sua irritazione. Penso che mi beccherò una bella multa, per quell’intervista. Non immagino la sberla che sta per arrivare.
"Basta, inutile proseguire, tanto non capisci. Hai sbagliato, e adesso vai a casa". E' la punizione più umiliante. Cacciato da Trigoria. Io. Cacciato da casa mia. Tremo dalla rabbia. Dopo un lungo silenzio affilo le parole più taglienti che mi vengono in quel momento.
"Molto bene, accetto la sua punizione. Vedremo se sarò io o sarà lei a pagarne le conseguenze".
"Mi stai minacciando?"
"Lei sa che a Roma la gente è dalla mia parte. Io ho soltanto parlato bene di lei, eppure mi vuole cacciare. Si assuma le sue responsabilità".
"Tu ormai sei come gli altri, dimenticati di quando eri insostituibile".
"Vigliacco, adesso non ti servo più mi rompi il cazzo, eh? Sei tornato qui von una missione, portala a termine!".
Ce le diciamo tutte, alla fine di sottinteso non resta nulla. Me ne vado stremato.