RADIO ROMANISTA - Marco Leone, Senior Advisor di Nomisma e coordinatore del dibattito pubblico del nuovo Stadio della Roma, ha parlato ai microfoni dell'emittente radiofonica a tinte giallorosse e ha fatto chiarezza su numerosi temi riguardanti la costruzione della nuova casa del club capitolino a Pietralata. Ecco le sue dichiarazioni.
Ieri si è svolto l'incontro a Testaccio, il prossimo sarà a Tiburtina. Si è discusso di diverse cose, di come si è arrivati a Pietralata, iniziando a discutere con i soggetti interessati su ciò che il progetto può portare. Come si fa a discutere di un progetto che nessuno conosce?
"Se una persona ha voglia di informarsi, va sul sito web dedicato al dibattito e trova tutte le informazioni utili per capire il progetto. C'è una sintesi di una quarantina di pagine. Una parte del documento l'ha scritta Roma Capitale, l'altra la Roma. Il progetto è molto articolato e complesso, non può essere sintetizzato così, ma il dibattito pubblico nasce per discutere una precisa ipotesi progettuale".
Il dibattito di ieri è stato incisivo, si è cominciato a raccontare come è nato lo Stadio Olimpico e come abbia comportato la crescita del quadrante. Da questo punto di vista, ieri i toni sono stati più calmi?
"Il dibattito serve a riassumere le domande e a ottenere le risposte. Le domande di ieri hanno trasmesso la necessità di dare ulteriori informazioni, sfrutto quest'occasione per un appello: la Roma dovrebbe mettere a disposizione il materiale, questo aiuterebbe molto chi non è informato".
Il 25 settembre c'è il prossimo workshop, il cui titolo è suggestivo. Cominciamo a entrare nel vivo del progetto?
"Ieri sera ho cercato di focalizzare il progetto stadio in quanto tale, per capire se serve già uno stadio a Roma. E se serve, questo progetto presentato è all'altezza di quello che ci si aspetta? La terza domanda sarà invece oggetto dell'incontro del 25: ammesso che la città abbia bisogno del progetto e che questo meriti di andare avanti, Pietralata è il posto giusto in cui realizzarlo?".
E anche dei comitati per il no.
"Certo, come spesso capita noi siamo assistiti. Proviamo a fare la comunicazione al meglio con una società grossa che cerca di aiutarci, perché spesso il dibattito lo ascolta solo chi ha un interesse diretto. Il dibattito può incidere, le bocce non sono ferme. Quello di lunedì prossimo a Tiburtina sarà un momento che potrà aiutare a capire se può arrivare lo stadio. È importante il collegamento dei binari. C'è un'opera incompiuta, se va avanti questo progetto con i soldi della Roma si possono creare una zona di verde accessibile, i ponti sui binari, il miglioramento della metro e tante altre cose".
Secondo la tua esperienza, per come stai seguendo questo dibattito, quali saranno le maggiori difficoltà?
"Il traffico e la mobilità sono il tema chiave. Lì c'è anche l'ospedale Pertini, bisognerà dare garanzie. Se si guarda le prescrizioni, si vede che è ben chiaro come queste criticità vadano risolte. Bisogna capire quali sono le soluzioni".
Chi ci sarà a dimostrare questi passaggi?
"Stanno finalizzando, ma sicuramente ci saranno le due voci principali: il proponente di Roma Capitale con i suoi consulenti, con i tecnici dirigenti dell'assessorato per parlare di mobilità, quindi le persone competenti in questo campo. Più persone ci sono, più il dibattito sarà efficace".