LR24 (FERNANDO MAGLIARO) - In un clima totalmente fluido, in cui non ci sono certezze e nessuna decisione ufficiale è stata presa, di fatto sono rimaste (ad oggi) due aree dove - se e quando la Roma scenderà sul piano degli atti concreti - potrebbe sorgere lo Stadio.
La prima è ancora quella dei Mercati generali/Gazometro all’Ostiense. L’altra è quella dell’ex Sdo di Pietralata.
La Roma al momento sembra prediligere la prima: in mezzo fra Testaccio e Garbatella, cioè le due metà dello storico tifo giallorosso, consentirebbe a una buona metà dei tifosi che oggi riempiono gli spalti dell’Olimpico di recarsi a piedi nel nuovo impianto.
Il Campidoglio invece sembrerebbe preferire Pietralata: dagli anni ’60 del secolo scorso è una specie di buco nero nella città e lo Stadio potrebbe dare nuova vita a un’area piuttosto depressa. E, tutto sommato, l’ipotesi Stadio a Pietralata non dispiacerebbe neanche a Ferrovie dello Stato che in quella zona ha un consistente programma di sviluppo edilizio e lo Stadio sarebbe un moltiplicatore di valore.
Come detto: non ci sono documenti ufficiali, nulla di scritto e anche nelle conversazioni si sta fin troppo sul generico pour parler. Il che fa sì che non ci siano indicazioni concrete su un’area o su un’altra né da una parte né dall’altra degli attori. Questo, però, non significa che non trapelino le preferenze.
RIUNIONE LUNEDÌ AS ROMA-CAMPIDOGLIO
Dopo quella, molto formale, del 26 gennaio fra il Ceo, Pietro Berardi, e il sindaco, Roberto Gualtieri, lunedì scorso si è tenuta una nuova riunione fra il Comune e la società giallorossa.
Per la Roma, è andata Lucia Bernabé, figlia di Franco, consulente esterna della società giallorossa e “inviata” di Berardi alla “corte” di Gualtieri.
Per il Campidoglio erano presenti gli assessori all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, e allo Sport, Alessandro Onorato.
CAMPIDOGLIO: ROMA UN PO’ LENTA
Un incontro ancora molto interlocutorio. Forse, per il Comune, fin troppo interlocutorio.
I rapporti con la società giallorossa sono buoni - decisamente migliori di quanto siano mai stati nel quinquennio passato - tanto che Ryan Friedkin, non sollecitato, ha appoggiato un’iniziativa del sindaco Gualtieri.
Tuttavia, Radio Campidoglio riferisce di un accenno di insoddisfazione da parte dei vertici dell’Amministrazione Capitolina per la lentezza con cui la Roma si muove: ancora non ci sono tecnici (urbanisti, architetti, ingeneri, avvocati amministrativisti) in grado di prendere in mano il dossier, predisporre richieste formali e elaborare una strategia d’azione. Tanto per dirne una, desta perplessità che, un anno dopo la decisione di abbandonare il progetto Tor di Valle, la Roma non abbia ancora scelto neanche un’area specifica su cui puntare per avviare colloqui tecnici e non sappia ancora se ricorrere o meno alle procedure (formalmente) agevolate della legge Stadi (la 147/2013 con le sue successive modifiche). Insomma, secondo questi rumors, il Comune vorrebbe un po’ più di rapidità e decisionismo da parte della Roma: l’iter è lungo e ogni settimana persa potrebbe costare cara in futuro, proprio come avvenuto con Tor di Valle.
Al momento, in modo informale, si è aperta una riflessione amministrativa sul “modello Juventus”: sulla possibilità, cioè, per la Roma di ottenere dal Comune i diritti sui terreni per 99 anni a un prezzo accessibile. Che, appunto, è ciò che la Juventus ha fatto con il Comune di Torino per avere il vecchio Delle Alpi da abbattere e sostituire lo Stadium di oggi.
Però, appunto, in Campidoglio c’è perplessità su questa “liquidità” di pensiero da parte dei giallorossi. E in questo quadro è emersa la possibilità di guardare con maggior attenzione Pietralata.
PIETRALATA, PREGI E DIFETTI
La zona è quella dove, a metà degli anni ’50, si era deciso di edificare il “Sistema Direzionale orientale”, lo Sdo. Ovvero una specie di città dei ministeri e degli uffici pubblici: tutti vicini e connessi fra loro, serviti da una metro (la linea B, fermata Quintiliani), con parcheggi e strade a servizio.
Da un punto di vista delle infrastrutture di mobilità l’area è sicuramente ben servita: c’è la Stazione Tiburtina, stazione alta velocità e dove transitano due terzi dei vari treni regionali, compresi quelli che fermano nelle stazioni dell’Anello Ferroviario (Settebagni, Fidene, Nuovo Salario, Nomentana, Tuscolana, Ostiense, Trastevere, San Pietro, Aurelia, Villa Bonelli, Magliana, Muratella, Ponte Galeria). A Tiburtina, ovviamente, c’è la metro B che, appunto, ha la fermata Quintiliani a servizio dell’area Sdo.
Come viabilità di grande scorrimento c’è la penetrazione urbana dell’Autostrada A24 Roma-L’Aquila; la Tangenziale Est (vecchio e nuovo tracciato); la via Tiburtina (che almeno fino a Santa Maria del Soccorso è stata già raddoppiata), e via dei Monti Tiburtini a chiudere il triangolo.
L’unico vero problema è legato proprio alla storia di quest’area: per realizzare lo Sdo (o comunque quel che ne è stato costruito) i terreni sono stati espropriati. Più o meno per la maggioranza, gli espropri si sono conclusi a cavallo fra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. La normativa, sostanzialmente, prevede che un terreno espropriato con una finalità non possa poi essere destinato ad altro, pena la riconsegna (cosiddetta “retrocessione delle aree”, ndr) al precedente proprietario.
Tuttavia, secondo quanto filtrato dal Campidoglio, ci sarebbe una interpretazione degli avvocati comunali secondo la quale il tempo trascorso (e gli eventuali decessi degli originari proprietari) eviterebbe questa retrocessione che dopo venti anni sarebbe evitabile.
Ora, magari effettivamente la concreta possibilità della retrocessione delle aree potrebbe essere scongiurata, tuttavia questo non esclude il rischio che qualcuno possa comunque intentare causa, con tutte le perdite di tempo del caso.
OSTIENSE… DIFETTI
Detto del pregio di essere l’area ideale da un punto di vista storico e di tifo per realizzare lo Stadio, l’altra area ancora sul tappeto in questo momento è quella “duplex” Mercati Generali/Gazometro lungo via Ostiense.
Anche qui, è buona sia l’infrastruttura di trasporto pubblico - la stazione Fs è Ostiense con Trastevere a poche centinaia di metri; la Roma-Lido di Ostia con il capolinea di Piramide e la fermata San Paolo Basilica; la metro B con le fermate Piramide e, soprattutto, Garbatella - che quella di trasporto privato: via Ostiense asse principale più Circonvallazione Ostiense come asse sussidiario.
Qui, però, i problemi sono di più: intanto quello del traffico. A Ostiense c’è una vita serale e notturna di tutto rispetto: ristoranti, pizzerie, apericene, discoteche sono tutte nella stessa zona e il traffico già oggi è fuori controllo.
Secondo punto: la zona è densamente antropizzata. Esistono palazzi e la sagoma delle strade è quella e non è suscettibile di ampliamenti a meno di non abbattere edifici esistenti.
Terzo: i Mercati generali sono stati oggetto, sotto Veltroni, di un progetto di rilancio che è stato messo a bando, la creazione della “Città dei Giovani”. Bando vinto da Toti che, però, soprattutto a causa delle continue modifiche al progetto richieste dalle varie Amministrazioni comunali che si sono succedute, è stato realizzato solo in minima parte. Tuttavia, affinché il Comune possa, cancellando la Città dei Giovani, tornare in possesso pieno delle aree e disporne altrimenti, occorrerà risolvere il contratto con Toti. E difficilmente sarà una cosa amministrativamente semplice e economicamente a costi contenuti.
Quarto problema: se nell’area Mercati generali dovrebbe sorgere lo Stadio, sarebbe necessario realizzare i parcheggi al Gazometro. Il Gazometro più grande è vincolato e c’è da realizzare la bonifica dagli idrocarburi, cosa che impone un consistente sbancamento di terra almeno fino a cinque metri di profondità.
QUADRO FLUIDO E ALL’INIZIO
Il quadro di queste trattative, come detto, è comunque in una fase assolutamente iniziale: a oggi, Ostiense e Pietralata sembrano le aree maggiormente indiziate di essere quelle su cui avviare il lavoro preparatorio. Mentre paiono uscire fuori dai radar tutte le altre (anche le più improbabili): dallo Stadio Olimpico a Tor Vergata, da Torre Spaccata al Flaminio.
Gli elementi di novità sono le riunioni che si sono tenute: a parte quella di Berardi con Gualtieri, quella di lunedì non era la prima. E, pur se con cautela, piano piano sembriamo avvicinarci a una focalizzazione delle trattative. Ora dovranno essere fatti i passi in avanti per arrivare a che la Roma formalizzi una istanza in Campidoglio che attivi le procedure necessarie a iniziare il vero percorso progettuale: scegliere l’area e identificare le norme su cui basare il progetto. Tutto nelle mani dell'As Roma.