LAROMA24.IT (Marco Iannelli) - La Roma deve lasciarsi alle spalle la cocente eliminazione nella semifinale di Coppa Italia contro la Lazio e concentrare tutte le energie sul campionato, unico vero obiettivo rimasto: la squadra di Spalletti deve difendere il secondo posto dal Napoli, tentando il tutto per tutto per cercare di attaccare la Juventus capolista. Per forza di cose, quindi, il futuro dei giallorossi passa dalla sfida al Bologna di domenica dove i giallorossi hanno l’obbligo di conquistare i 3 punti. Spalletti, rispetto alla gara di martedì contro la Lazio, potrà contare sul ritorno in mezzo al campo di Daniele De Rossi il quale ha recuperato dall’infortunio rimediato in nazionale ed è pronto a tornare a guidare la Roma accanto a Strootman. L’importanza del 16 nello scacchiere giallorosso è sotto gli occhi di tutti: è l’unico giocatore in rosa capace di fare da schermo davanti la difesa, proteggendo i compagni, e facendo ripartire l’azione non palla al piede ma con passaggi veloci. De Rossi sta vivendo una nuova giovinezza da quando sulla panchina è tornate a sedersi Luciano Spalletti: “È un annetto che ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Un calciatore di livello alto”, ha ammesso il centrocampista in una recente intervista.
L’ALLIEVO CHE SFIDA IL MAESTRO - De Rossi domenica pomeriggio si troverà di fronte Federico Viviani: l’ex romanista, oggi al Bologna dopo le parentesi a Padova, Pescara, Latina e Verona, è un classe ’92, nove anni più giovane del collega giallorosso. Insieme hanno giocato nell’anno di Luis Enrique nella capitale e l’allenatore spagnolo rimase stupito dalle qualità del giovane che si affacciava nel calcio dei grandi, tanto che lo fece esordire e giocare titolare in una sfida all’Olimpico contro la Juventus terminata 1-1. Chi segnò? Ovviamente il maestro di Viviani, Daniele De Rossi, che in quell’occasione, il 12 dicembre 2011, venne impiegato da difensore centrale. Il regista del Bologna non ha mai fatto mistero dell’importanza che ha avuto il romanista nella sua crescita: “Daniele De Rossi era un’ispirazione. In campo mi ripeteva di stare tranquillo, che mi avrebbe guidato lui. La sua forza? Sempre stata l’umiltà”.
L’ALLIEVO CHE NON SUPERA IL MAESTRO - Da giovanissimo Viviani prometteva bene, tra le fila della Primavera giallorossa sembrava un predestinato. Anche gli esordi con la Roma di Luis Enrique facevano ben sperare ma poi qualcosa si è rotto e, nonostante una grande stagione con il Latina in Serie B nel 2014-2015, ha pagato il salto in A e non si è riuscito a imporre con il Verona lo scorso anno. Quest’anno va un po’ meglio col Bologna ma ancora non è riuscito a raggiungere i livelli del suo ‘maestro’ De Rossi. Sfida non semplice, dato che stiamo parlando di un campione, in campo e ‘del Mondo’.