Tre. Cinque. Dodici. Qualcuno dirà: questo meglio lasciarlo perdere, sta dando i numeri. Metabolizziamo con un sorriso, e proviamo a spiegare il temo uscito a Salerno dove la Roma è tornata a vincere in trasferta, terzo successo esterno in questo campionato, primo in questo 2024, dopo gli appena cinque tutto compreso dell'anno precedente. Dunque: tre sono i punti sommati in classifica (sei su sei da quando De Rossi è in panchina); cin-que i punti in più rispetto alle stesse partite del girone d'andata; dodici i punti rosicchiati alla concorrenza nella corsa al quarto posto che vale la Champions. (...) Nell'attesa, c'è un mare di lavoro da fare. Fisico; mentale perché; e soprattutto tattico perché il nuovo allenatore sta provando a fare una rivoluzione. Non più difesa a tre ma a quattro, non più centrocampo a cinque ma a tre, non più due attaccanti ma tre per un quattro-tre-tre che vuole dire come tutti i calciatori sono stati chiamati a rivedere posizioni, movimenti, meccanismi. Tutte cose che necessitano di esercitazioni su esercitazioni per renderle automatiche. (...) C'è da aggiungere che De Rossi sta portando avanti anche una seconda rivoluzione. Dialettica, concettuale, di rapporti e parole, comunque una seconda rivoluzione. Quella del confronto tra allenatore e spogliatoio. La Roma è forte ci sta dicendo il Sedici giallorosso, Mou ci raccontava di una squadra scarsa. (...) E questa seconda rivoluzione è quasi più importante della prima. Se riescono entrambe, la Champions non è impossibile.
(La Repubblica)