IL TEMPO (A. AUSTINI) - La migliore Roma di questo inizio stagione perde contro l’Atalanta. Sconfitta dai mille rimpianti all’Olimpico nello scontro diretto che poteva lanciare i giallorossi verso la vetta e invece li fa scivolare al sesto posto, in una classifica che davanti resta cortissima. Il segno del destino avverso arriva prima del fischio d’inizio, quando Dybala sente una fitta nel riscaldamento e finisce dritto in tribuna.
Il decimo infortunio dei giallorossi prima della nona partita stagionale - il quarto di natura muscolare - è una tranvata psicologica e una perdita immensa di qualità per una squadra che anche ieri ha mostrato il suo più grande difetto di quest’anno: segna troppo poco rispetto a quanto produca. Soprattutto se non c’è Dybala in campo. La Joya avrebbe giocato con Zaniolo alle spalle di Abraham, con Pellegrini al fianco di Cristante e invece Mourinho deve riformare la solita coppia di mediani con Matic. Troppo simili come passo per coesistere, troppo tendenti entrambi a schiacciarsi verso la difesa: così inevitabilmente la squadra si allunga. La fotografia del problema è il gol dell’Atalanta, con Scalvini che con l’unico tiro in porta di tutta la partita dei bergamaschi trova l’angolino, sfruttando lo spazio enorme lasciato dalla Roma tra difesa e centrocampo.
Un gol che interrompe il torpore dei primi 35minuti davvero noiosi, ma che scioglie la Roma. Inizia un’altra gara, dominata in lungo e largo dai giallorossi, incapaci però di buttarla dentro. Clamoroso l’errore di Abraham, a cui esce fuori una via di mezzo tra il tiro e il tentativo di dribbling a Sportiello, subentrato a Musso e migliore in campo per Gasperini. A proposito di destino... Il secondo portiere nerazzurro para in uscita su Ibañez e poi sul tiro da due passi di Abraham, così si rientra nello spogliatoio sull’1-0. L’avvio di ripresa vede diventare protagonista Chiffi, che fa letteralmente impazzire i giocatori e Mourinho per due rigori non fischiati a Zaniolo, trattenuto per maglia e pantaloncini dagli atalantini: almeno uno dei due poteva starci. L’allenatore romanista entra in campo indemoniato e viene espulso, continuando a seguire la partita dalla vetrata dietro la panchina. Alla ripresa, nella «sua» San Siro, dovrà seguire in tribuna la sfida contro l’Inter.
Gli ingressi di Belotti, Shomurodov e nel finale di Zalewski danno nuova energia alla Roma, che crea occasioni a raffica ma ogni volta si inventa un modo per sciuparle. L’Atalanta non sa come spezzare il ritmo dei giallorossi e resiste in qualche modo. Alla fine i numeri parlano di 21 tiri a 4, di cui 5 nello specchio contro l’unico valso il gol della vittoria. La crudeltà del calcio e una delusione da smaltire durante lo stop. Sperando di ritrovare quanto prima Dybala. E pure un po’ di fortuna