IL TEMPO (A. AUSTINI) - Kalinic e Mkhitaryan i due colpi sul gong, Schick e Gonalons gli ultimi a salutare. La Roma chiude con quattro operazioni in prestito l'ennesimo mercato rivoluzionario, il primo dell'era Petrachi. E consegna a Fonseca una rosa finalmente completa, almeno dal punto di vista numerico. Di sicuro rafforzata nella panchina, con 4-5 nuovi titolari e un nucleo italiano per ritrovare l'anima. Il nuovo diesse giallorosso si guadagna la promozione nel finale, al termine di una sessione lunga, durissima, piena di lavoro in entrata e in uscita. Il bilancio fa impressione. Gli acquisti per la prima squadra sono dieci, di cui solo Pau Lopez e Cetin a titolo definitivo insieme a Spinazzola e Diawara inseriti però in due scambi, Veretout e Mancini sono prestiti che si trasformano in acquisti obbligatori, su Kalinic c'è solo un'opzione di acquisto mentre Zappacosta, Smalling e Mkhitaryan sono prestiti «secchi». Quindici le partenze, da aggiungere all'addio di De Rossi: salutano definitivamente Manolas, El Shaarawy, Marcano, Gerson, Luca Pellegrini, Defrel, Ponce, Verde e il portiere Romagnoli, via in prestito Olsen, Nzonzi, Karsdorp, Schick, Gonalons e Coric (questi ultimi tutti acquistati da Monchi). Se si sommano i tre ragazzi stranieri presi per la Primavera - Providence, Plesnierowicz e Ndiaye - e la valanga di operazioni minori in uscita (Celar, Cangiano, Capradossi, D'Urso, Sadiq, Soleri, Nani, Di Livio, Spinozzi, Bordin, Valeau, Stefano Greco, Crisanto, Keba, Cargnelutti, Pezzella, Cataldi, Molinari, Buso, Freddi Greco, Bucri, Corlu e Trovato) il totale degli affari chiusi da Petrachi durante l'estate arriva a 51. Tra acquisti a titolo definitivo, temporanei, riscatti obbligatori e bonus i milioni investiti sono 127.5 i bonus, mentre dalle cessioni la Roma ricaverà un totale di 118,2 milioni (compreso il bonus per Schick).
Come sempre, quindi, si vende tanto ma si spende di più per comprare. E il taglio dei costi continua a essere rinviato per non perdere competitività e provare a risalire sul treno Champions. Ieri è stata la giornata di Kalinic, sbarcato l'altra notte, e Mkhytarian che è atterrato alle 11 a Fiumicino. I due neo giallorossi hanno sostenuto le visite mediche a Villa Stuart, scattando i primi selfie con i tifosi, poi si sono spostati a Trigoria per le firme sui contratti, un giro di perlustrazione, saluti e interviste. L'attaccante croato è stato prelevato in prestito dall'Atletico Madrid per 2 milioni di euro, con diritto di riscatto fissato a 9 milioni, l'ingaggio da 2.4 milioni netti sarà a carico della Roma. Dieci mesi di Mkhytarian - accompagnato dall'agente Mino Raiola - costano invece 3 milioni ai giallorossi più un bonus da centomila euro, l'armeno ha rinunciato a una piccola parte dello stipendio dei 5.5 netti che gli garantisce l'Arsenal, qui ne guadagnerà circa 3.5, c'è anche un contributo degli inglesi per far quadrare i conti. Il costo degli ultimi due arrivi è coperto quasi del tutto dai 3 milioni e mezzo che il Lipsia pagherà per il prestito annuale di Schick, con 500 mila euro di premio aggiuntivo legato alle prestazioni del ceco. Il club della Red Bull si è garantito un diritto di riscatto a 28 milioni, che salirebbero a 29 se i tedeschi si qualificassero alla prossima Champions. Gonalons saluta invece in prestito con diritto di riscatto a 4.5 milioni in favore del Granada, che gli pagherà l'ingaggio. Santon rimane, insieme ai giovani Riccardi e Antonucci. Una Roma tutta nuova per tornare in Champions.