IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Eravamo a Pinzolo quando si era sparsa la notizia dell’arrivo di Cengiz Under. E tutti: chi è? Chiama quello, chiama quell’altro, prendi informazioni. La diffidenza spesso muove la curiosità: ed ecco che di Under, in pochi istanti, si conosce tutto, anche grazie a un suo ex compagno italiano, romano, con cui giocava nel Istanbul Basaksehir, ovvero Stefano Napoleoni. Scopriamo che Cengiz veniva considerato un talento, un predestinato. Preso (13 milioni e 400mila euro più bonus, con il 20 per cento da girare alla sua ex squadra in caso di rivendita e questo già preoccupa molti tifosi della Roma) non per fare il titolare ma per crescere dietro un big e quel big doveva essere Mahrez. Che poi non è arrivato lui e nemmeno uno simile: il giovane Under, quindi, è stato investito di grandi responsabilità. Qualche presenza, qualche lampo, per poi essere messo in un angolo. Ha fatto la riserva a El Shaarawy, a Gerson, doveva essere utilizzato sulla fascia destra anche Schick al suo posto. Tutti, non lui, o lui arrivava dopo. Under ha trovato la forza di emergere proprio nel momento in cui in quel ruolo si era creato il vuoto e la Roma se la stava passando maluccio. E’ (ri)nato col nuovo anno: da Verona a Napoli, sei gol. A secco solo col il Milan. Una rete al Bentegodi, due col Benevento, una a Udine, una con lo Shahktar (il ritorno in chiaro su Canale 5) e una al San Paolo. Ci voleva pazienza.
LE DIFFICOLTÀ - La lingua, il mondo completamente diverso da cui arriva: non era facile affermarsi subito. E qui ne sappiamo qualcosa, ricordate Uçan? Arrivato come un talento (pure lui ben pagato) e andato via come un fallimento. Il rischio era grosso, la diffidenza giustificata. Ma oggi c’è sempre qualcuno che dice: io lo avevo detto (che era forte). Il problema è che sempre di un ragazzo parliamo, Under non è diventato grande ed esperto e gli capiterà di non essere all’altezza in una o più partite. Ora tutti gli occhi sono puntati su di lui, aumentano le responsabilità. Contro il Torino mancherà Dzeko là davanti,ci sarà Schick,uno tra Perotti ed El Shaarawy,ma l’importante -sostengono in tanti -che ci sia questo turchetto che segna come un bomber e che ha la freddezza di uno navigato. La Roma deve per forza battere il Torino? Bene, ci pensa Under. Calma. Sinistro naturale, un buon destro. Di Francesco lo sta utilizzando e cerca di aiutarlo a completarsi. Due difetti visibili. 1) Il ragazzo non ha ancora imparato a pieno la fase difensiva, spesso chi è alle sue spalle (Florenzi spesso,ogni tanto Peres) finisce col soffrire. 2) Dura al massimo un’ora, poi si autodistrugge: vedi la sfida con lo Shahktar e quella con il Napoli soprattutto. E’ un ragazzo, appunto. Poi diventerà grande e andrà via? Tutto normale.Ma si spera sempre che non sarà così.