LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Se Tommaso Baldanzi si imporrà e si consacrerà, oltre a sperarlo, lo scopriremo. Di sicuro la Roma in coda al mercato di gennaio ha chiuso una brillante operazione, inaspettata fino a una decina di giorni fa. Si è aperto lo spiraglio, si sono create le condizioni e, correndo vivaddio il benedetto rischio di impresa, ha comprato uno dei giovani più interessanti del calcio italiano. Spazzando via tanti luoghi comuni, figli della pigrizia mentale e dei passaparola.
A fine dicembre la Roma, in modo sacrosanto perché i club non devono svelare i piani industriali, faceva capire che il mercato si sarebbe limitato all'ingaggio di un difensore da prendere con un esborso complessivo (cartellino più stipendio semestrale) non superiore ai due milioni di euro. Apriti cielo. O Bonucci o nulla. Poi arriva Huijsen. Bravo eh, ma si suonano le campane a morto. Non arriva più nessuno, inutile insistere, c'è il cappio UEFA, è tutto finito. A forza di ripeterlo iniziano a crederci tutti, lo scrivono giornali e siti, se ne parla nelle radio e nelle TV. Nel mentre, la scena se la prendono le dimissioni di Pinto e il cambio in panchina. Al calciomercato non pensa più nessuno.
Ma il calciomercato vive di momenti, e in certi momenti bisogna cogliere le opportunità. Esistono le cessioni, e la Roma aveva comunque in canna quantomeno la volontà di dare alcuni esuberi. Celik, e poi possibilmente Kumbulla, e pure Belotti se si fosse presentata l'occasione, a maggior ragione quando si è capito che con De Rossi il doppio centravanti difficilmente lo avremmo visto. L'opportunità inizia a manifestarsi. E siccome l'UEFA non sta col fucile puntato pronta a sparare se depositi un contratto negli uffici della Lega, perché semmai la sua ira funesta la subisci a conti fatti sotto forma di sanzioni, la Roma, che con l'UEFA va a braccetto, ha fatto i suoi calcoli, ha corso il rischio di impresa necessario per aumentare le chance di entrare in Champions e di conseguenza incassare una barca di soldi, e ha messo in piedi una serie di trattative in entrata e in uscita risultando nelle ultime settantadue ore di mercato la società più attiva in Italia. Dall'annuncio di Angeliño all'acquisto di Baldanzi, salutando una serie di calciatori che non servivano più, forte anche della partenza di Viña a titolo definitivo.
Quindi, il mercato della Roma non si limitava all'arrivo di Huijsen con la formula del prestito caritatevole. Così come nel 2021 non era folle pensare a Mourinho e nel 2022 non era vietato prendere Dybala senza cedere Zaniolo. Operazioni che dovrebbero farci riflettere su come spesso ci fermiamo al nastro di partenza pensando di avere già tagliato il traguardo. I club nei confronti dei media non hanno l'obbligo della trasparenza quando si apre il mercato. E le "bugie" non sono figlie di perfidia, ma di necessarie strategie.
La finalità di un club è il raggiungimento degli obiettivi e non la riconoscenza delle testate giornalistiche. A obiettivi raggiunti, Daniele De Rossi ha in attacco una soluzione più funzionale rispetto a Belotti. Nella scelta dei calciatori offensivi che affiancheranno Lukaku (e in alternativa Azmoun, in attesa di Abraham) ora ci sono Dybala ed El Shaarawy, Baldanzi e all'occorrenza Pellegrini. Più Aouar e Zalewski. Questi ultimi in teoria possono trovare spazio anche da mezze ali, come alternative a Pellegrini o alle spalle di Pellegrini se il capitano viene schierato da mezzapunta. Ma Aouar e Zalewski sono anche i maggiori indiziati ad avere meno spazio, se non si sbrigano a cambiare marcia. Aouar è appena rientrato dalla Coppa d'Africa e sta ora prendendo confidenza con il nuovo allenatore, ma i pochi minuti di Salerno non sono stati per lui un bel biglietto da visita. Zalewski, che già prima che arrivasse Angeliño era escluso dalla fascia sinistra nel nuovo corso tecnico, è forse il calciatore a cui De Rossi dovrà dedicare più tempo per provare a recuperarlo. La sua involuzione non ha senso. Ammesso che il polacco capisca che, almeno nella Roma, per lui il tempo non è più un alleato.
Post-it maligno: c'è un ruolo che nelle sessioni di mercato la Roma continua a ignorare. Il ruolo della mezzala dinamica. Oggi c'è Bove, che cresce di minuto in minuto. Ma c'è solo lui. Perché a oggi Renato Sanches non è pervenuto. Bove fino a fine stagione andrà conservato, coccolato, preservato. Andrà messo sotto formalina a fine partita e infilato in una teca di cristallo fino al match seguente. Poi questa lacuna andrà necessariamente colmata in estate. Bove è forte e in crescita costante. Ma non può bastare. La Roma senza di lui ha un passo troppo lento per il calcio moderno. Per i prossimi quattro mesi si va avanti così.
Viste le ultime mosse sarebbe stato onestamente esagerato chiedere di più. Abbondanza di soluzioni dalla trequarti campo in avanti. Scelte limitate per la parte difensiva della mediana. La sensazione che si punterà forte sulla produzione offensiva. Le soluzioni non mancano.
In the box - @augustociardi75