LR24 (AUGUSTO CIARDI) - In attesa dei match rinviati la scorsa settimana, Fiorentina, Lazio, Bologna e Napoli dimostrano che la corsa al quarto posto lascia speranze fondate alla Roma. L'Atalanta invece crea apprensione. Tutto sommato, una concorrenza leale, quasi cavalleresca, generosa, dai modi gentili. Che aspetta.
Superato il segmento di campionato più tosto, che ha lasciato per strada troppi punti e un allenatore, col Verona è iniziata la possibile discesa. Possibile ma non scontata. All'andata, in momenti diversi, al Verona e alla Salernitana la squadra di Mourinho aveva ceduto addirittura cinque punti su sei. Passi falsi rinfacciati dalla classifica alla Roma per tutto il girone di andata. Battuto con molte difficoltà il Verona, è lecito chiedere di approfittare delle incertezze altrui battendo l'ultima in classifica, e poi il Cagliari in casa. Salernitana ultima in classifica più per dabbenaggine che per valori assoluti. Il clima all'Arechi sarà da penultima spiaggia per i locali. Ma la Roma non può sbagliare. L'occasione è ghiotta.
Perché davanti, chi ha cambiato realmente marcia è l'Atalanta. Dal nove dicembre ha battuto Milan, Salernitana, Lecce, Frosinone e Udinese, pareggiato all'Olimpico e perso, prima di Natale, a Bologna. In mezzo ha pure vinto il girone di Europa League e ha conquistato la semifinale di Coppa Italia eliminando Sassuolo e Milan. Una marcia alta, stile Atalanta dei vecchi tempi, con 16 gol fatti e 5 subiti nelle ultime 7 partite di Serie A.
La Fiorentina invece nel 2024 ancora deve vincere una partita di campionato. Ci sta cedere all'Inter di Lautaro, in una sfida piena di episodi arbitrali contraddittori, ma i punti persi con Udinese e Sassuolo sono sanguinosi.
La Lazio contro il Napoli ha buttato un'occasione. Poteva centrale la quinta vittoria consecutiva, dopo i soft match in cui ha messo in riga Empoli, Frosinone, Udinese e Lecce. Avrebbe spedito all'inferno, forse definitivamente, i campioni d'Italia, e lanciato un segnale al campionato. Uno "scusate il ritardo" da scrivere sul biglietto da visita, per riallacciare il filo con il superbo torneo della scorsa stagione, dopo un girone di andata mediocre che l'aveva spinta addirittura sotto il decimo posto. Invece contro la raffazzonata squadra di Mazzarri ci ha creduto poco. Perché il Napoli, privo di mezza squadra, ha puntato a non prenderle, mantenendosi in vita ma palesando i soliti problemi. Accentuati da un parziale sempre più allarmante. Da novembre, 4 vittorie in 11 partite, 2 pareggi e 5 sconfitte.
C'è poi il Bologna, da rivelazione assoluta alla brusca frenata dell'ultimo mese. Una vittoria con l'Atalanta il 23 dicembre, che faceva tornare alla mente lo squadrone che tremare il mondo fa (così veniva definito il Bologna sul finire degli anni trenta dello scorso secolo), poi soltanto 2 punti su 12 nelle ultime 4 gare. Sempre rivelazione, dal tecnico Motta a super Zirkzee passando per Ferguson, ma un po' rientrata nei ranghi.
Segnali da cogliere per la Roma, iscritta di diritto da inizio stagione al campionato delle imperfezioni e dei rimpianti, che ora ha bisogno di un piccolo filotto di vittorie. Non serve un miracolo. Salerno diventa test attendibile anche per valutare lo stato della malattia da trasferta che ha debilitato finora la squadra. 8 punti in 10 partite, 2 vittorie (Cagliari e Sassuolo) 2 pareggi e 6 sconfitte. Soltanto Salernitana, Lecce, Verona, Cagliari e Frosinone hanno fatto peggio. La partita di stasera è un'occasione quasi imperdibile.
In the box - @augustociardi75