LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Da Vicario a Musso, da Perin a Falcone, fino a Turati, passando per chiunque abbia indossato un paio di guanti a buoni livelli. Il gol dell'Atalanta che ha tagliato le gambe alla Roma, che aveva appena riaperto la partita col terzo gol consecutivo di Pellegrini, riporta in auge una tendenza autunnale, che vorrebbe l'avvicinamento in porta a fine stagione.
È bastato un Rui Patricio non irreprensibile (eufemismo), dopo mesi di sicurezza, per ripresentare un conto in sospeso. Legittimo. Non servono autorizzazioni per giudicare i calciatori e auspicare cambiamenti, ma la domanda successiva è obbligatoria: la Roma che fa i conti col fair play finanziario, la Roma che Mourinho o non Mourinho dovrà comunque operare sul mercato per crescere e consolidarsi passando attraverso cessioni con cui fare cassa, per poi aprire la cassa e reinvestire parte degli introiti, può permettersi un investimento corposo per sostituire il portiere? Siamo già al punto di non ritorno? Andiamo per gradi.
Se restasse Mourinho, ipotesi tutt'altro che da scartare ma per niente scontata, il problema non esisterebbe, la questione neanche nascerebbe. L'allenatore si fida ciecamente del connazionale, lo ha voluto lui, si è arrabbiato perché la Roma lo dovette pagare quasi il doppio a causa del rifiuto di Diawara che non accettò il Wolverhampton, non ha mai avuto dubbi sul suo rendimento.
Anche perché nel frattempo alle spalle di Rui Patricio la Roma ha proposto Fuzato, Boer e, da quest'anno, Svilar, operazione a zero euro ma rischiosa, quasi perdente sul nascere, non soltanto perché già bocciato dal Benfica, ma perché era inimmaginabile che potesse crescere alle spalle di un totem, dovendo accontentarsi delle briciole e dando allo stesso tempo l'idea di poterne raccogliere l'eredità. E infatti è bastato un errore in Europa League e un altro in amichevole per farlo sparire dalla scena. Non tutti sono Alisson che dopo un anno di anticamera si prese la porta da fuoriclasse qual è, nonostante Spalletti all'inizio non si fidasse e chiese la conferma di Szczesny in prestito per la seconda stagione.
Complicato oggi trovare primi portieri, altrettanto individuare i vice giusti. Meglio esperto da usato sicuro che non ti garantisce però il futuro o giovane ma correndo il rischio di vederlo ammuffire in panchina? L'ideale sarebbe pescare i Maignan, cosa che la Roma aveva fatto, ma in ritardo sul Milan che oggi si gode uno dei migliori guardiani al mondo. Quindi, se hai un Rui Patricio, non più giovane, che dà sicurezza a una difesa che quasi mai negli ultimi dodici mesi ha sbragato, è meglio turarsi il naso quando commette un errore, che poi è un infortunio più che la conseguenza di lacune, e indirizzare le attenzioni di mercato su altri ruoli da migliorare.
Perché la Roma che può vendere Ibanez (ricordate? A inizio marzo parlammo dell'Atletico Madrid, all'epoca era considerato un intoccabile, oggi non è più certo della maglia da titolare, ha perso consensi e dalla Spagna arrivano conferme cavalcate da tutti) dovrà non solo provare a trattenere Llorente ma cercare un altro centrale, perché Kumbulla verrà proposto sul mercato e perché Smalling fresco di rinnovo ha una certa età. Perché la Roma non può pensare di giocare un'altra stagione con Zalewski a destra, sacrificato là perché a oggi Celik ha fortemente deluso. Perché la Roma un innesto a centrocampo dovrà programmarlo, restituendo Camara al mittente, valutando la cessione in prestito o il sacrificio del cartellino di Bove, perché Matic avrà un anno in più e perché per Wijnaldum bisogna parlare col PSG. E perché la Roma in attacco potrebbe perdere Abraham (l'altro indiziato oltre a Ibanez per fare cassa) e a quel punto sarà urgente comprare un titolare da non meno di quindici gol nelle scarpe a stagione.
Insomma, la Roma limitata da Nyon non può azzardare il cambio in porta. Perché un Vicario costerebbe non meno di 20 milioni, tanto per citare uno dei migliori portieri dell'attuale campionato. Rui Patricio non sarà giovane, avrà perso esplosività, ha commesso errori (però va sempre ricordato che a Bergamo quando fa la papera la Roma stava già perdendo, non era scontato il pareggio), ma a oggi, o quantomeno finché rimarrà Mourinho, non rappresenta un problema. Nonostante i mugugni e i borbottii. Legittimi, ma per niente determinanti.
In the box- @augustociardi75