LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Sbrigata la pratica derby, la Roma saluta un settembre amaro in cui ha avuto il tempo di servirsi il dolce nel finale. Un settembre lungo quanto la carriera di un calciatore, o almeno questo sembrava per Lorenzo Pellegrini. Nessuna volontà di fare retorica sui figli di Roma, ma in un mese sulla testa di un ragazzo poco più che ventenne sono piovute più che critiche, cattiverie non giustificate da un rendimento senz’altro non all’altezza. Le esagerazioni sono sgradevoli, inopportune, insensate. Nella migliore delle ipotesi, per molti, Pellegrini era diventato una specie di controfigura di Bertolacci, i più intraprendenti gli avrebbero preferito un Leandro Greco claudicante, un Vainqueur coi piedi legati, ma la soluzione preferita dei più era la cessione alla prima sessione di mercato disponibile. In cambio di chiunque. Pellegrini ci ha messo in parte del suo. Troppo brutto per essere vero. Ma come? Il calciatore che più di chiunque altro conosce Di Francesco, lo tradisce? Il primo anno forse si è sentito troppo responsabilizzato, essendo quello chiamato alla lavagna venendo già preparato dagli anni precedenti, lanciato nel Sassuolo dell’allenatore. Dal di fuori Pellegrini non dà la sensazione di essere uno che va su di giri e quindi fuori giri. Una delle ultime foto gossippare lo immortalavano con la moglie il giorno in cui annunciavano le nozze col Colosseo a fare da sfondo. Un anno fa. Un tipo tranquillo, posato e assennato come De Rossi davanti ai microfoni. Una specie di antidivo. Che ha deciso prendersi la scena nel modo che non ti aspetti. Con un colpo di tacco tanto bello quanto opportuno quanto naturale. Entra, si piazza un po’ a sorpresa dietro Dzeko. Segna. Si sblocca. Si carica la Roma sulle spalle. Fa il mattatore. Donando equilibrio. Parola magica, che all’improvviso torna a inocularsi nella Roma che a forza di farne a meno aveva perso la bussola. Ritrovata da chi a sua volta probabilmente dopo un rodaggio durato qualche mese in più rispetto al previsto, ora può finalmente fare ciò per cui è stato richiamato in giallorosso. Perché Lorenzo Pellegrini è un centrocampista moderno che non avrà il passo frenetico di chi ringhia sugli avversari, ma in una squadra che in mediana ha sofferto le pene dell’inferno serve anche come equilibratore, oltre che per i suoi ottimi tempi di inserimento. La Roma su di lui ha investito più di dieci milioni di euro. Per molti fino a sabato scorso oramai ne valeva meno di diecimila. Potenza delle esagerazioni. Pellegrini ha fermato l’emorragia di critiche e di prestazioni che non contribuivano a far tacere soprattutto gli stolti, quelli che quando si tratta di esagerare diventano fuoriclasse.
In the box - @augustociardi