Alla vigilia del primo match della stagione contro l'Atalanta, l'allenatore della Roma, Eusebio Di Francesco, ha incontrato i giornalisti conferenza stampa. Queste le risposte del tecnico abruzzese:
Alla vigilia dell'inizio del campionato della Roma quali sono i suoi obiettivi?
"L’obiettivo è di partir forte, cercando di fare un’ottima prestazione a Bergamo dopo quella che è stata la tourneé o i giorni in Spagna dove i risultati sono venuti meno, la prestazione di Vigo non mi è piaciuta per niente sotto tutti i punti di vista, Voglio da parte della squadra una grande prestazione e sono convinto che entreremo in campo con grande determinazione perché affronteremo una squadra che ha grandi potenzialità, grande fisicità e grande convinzione in quello che fa. Per quanto riguarda gli obiettivi generali, è quello di cercare di migliorarsi giorno dopo giorno".
Che avversario si aspetta di affrontare domani?
"Io l’ho vista come se non avessero mai smesso di giocare insieme dall'anno scorso, come se non fosse mai finito il campionato dell’anno scorso per le amichevoli, per come le hanno affrontate, per la mentalità, per la determinazione, per quello che mettono in campo. Per quello Bergamo è sempre un campo ostico, sono convinto che sarà una partita difficilissima ma anche l’Atalanta troverà di fronte una squadra che ha gran voglia di far bene e di imporre il proprio pensiero di calcio".
Nella griglia del campionato, nelle prime due file, con il mercato ancora aperto, quali squadre vanno messe?
"Le griglie non le faccio, le lascio fare giustamente a voi che è il vostro lavoro. Io parlo da addetto ai lavori e mi preoccupo più che altro di valutare la mia squadra. Posso dire che tante squadre rispetto al campionato precedente si sono rinforzate e questo campionato sarà sicuramente più competitivo, magari ci sarà meno distacco tra le prime e le seconde, di questo sono convinto. Determinate squadre che negli anni precedenti finivano dietro o per lo meno non erano all'altezza del prestigio di quello che hanno fatto negli anni passati quest’anno si sono rinforzate, come Milan e Inter, il Milan in particolar modo".
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Al momento, accanto a Manolas qual è secondo lei il giocatore più in forma?
"A me non piace parlare della formazione, chi giocherà domani Manolas o non Manolas. Dico solo che noi dobbiamo preparare la partita in un certo modo, dal punto di vista dell’attenzione, quello che è un discorso generale di squadra. Si parla molto spesso di reparti ma a me piace parlare molto più di blocco squadra, perché questa squadra si deve muovere in un certo modo tutti quanti insieme. Mi piace far risaltare il collettivo e non il singolo giocatore. E’ ovvio che ci sono giocatori che hanno più qualità di altri, questo è assodato. Qualsiasi sia la qualità di ognuno viene sempre risaltata dal lavoro di squadra ed è quella che è la mia mentalità e la mia idea di gioco".
Come sta vedendo Florenzi? Ha già in mente dove utilizzarlo? Potrebbe essere lui il rinforzo in attacco?
"Oggi penso che non sia nemmeno il giorno per parlare di mercato, perché nella testa dei miei giocatori devo mettere solo l’Atalanta, questo è il nostro obiettivo. Il mercato finisce tra dodici giorni, stiamo facendo tante valutazioni, è inutile parlare delle solite cose perché ne sapete più di me, leggo che spesso sapete qualche nome in più di quelli che so io. Dico solo che Florenzi può essere un valore aggiunto, per quello che ha fatto in questi anni. Non è ancora in condizione di essere convocato, lo valuterò nella prossima settitmana contro l’Inter ma deve lavorare sodo e mettersi a posto dal punto di vista fisico e metabolico. E’ un bravo ragazzo che una grandissima grande determinazione, una voglia di fare ed è un ottimo giocatore. Sono contento e spero di averlo prima possibile in squadra come Karsdorp e come tanti giocatori che non sono al top e che dovrebbero rientrare per darci delle alternative, quello che non è potuto succedere nelle due amichevoli ravvicinate in cui dal mio punto di vista ci è mancata ci è mancata la possibilità poter far recuperare qualche giocatore scegliendo due amichevoli così ravvicinate".
Prenderete un difensore centrale?
"Al di là del ruolo, sono molto contento di allenare questi calciatori in questo momento,mi aspetto in queste due gare grandissime prestazioni dei miei difensori ma non solo, da tutta la squadra voglio risposte importanti. E’ normale che il mercato è aperto ancora 12 giorni che ancora mancano e può esserci di tutto in tutte le situazioni e in tutti i ruoli. Non mi piace parlare di un centrale o di u altro, adesso è il momento di fortificare questa squadra perché sento spesso un pensiero negativo, io voglio essere positivo, voglio pensare che questa squadra possa fare benissimo e sono contento di avere questi giocatori in questo momento. Poi non siamo sciocchi, faremo le nostre valutazioni dopo queste due gare".
Come è possibile che venga cambiata un'opinione sulla squadra dopo il primo tempo di Vigo?
"La colpa di quei trenta minuti è solo mia, così mi assumo tutte le responsabilità. Io devo dimostrare che la squadra non è quella vista in quei trenta minuti, punto. Siamo a Roma, le valutazioni le fate dritte per dritte senza girare intorno a tante altre considerazioni spesso, ma io lo so, sono serenissimo. Capisco anche il perché ho fatto determinate scelte, ho cercato di tutelare innanzitutto determinati giocatori che non potevano giocare partite ravvicinate in questo momento della stagione. Detto questo, a nessuno piace fare brutte figure come abbiamo fatto in quei trenta minuti, e io di questo non sono assolutamente contento ma la colpa me la prendo solo io. Dico solo che la percezione e il cambiare questi giudizi spetta solo a noi, il lavoro e il campo daranno le risposte e domani abbiamo l’occasione per dimostrare di non essere quelli lì. Vengo dato per integralista e che invece mi sento molto più una persona che legge, che guarda, che scruta e cerca di imparare, però ho delle idee, non posso mettere in campo le idee degli altri o scimmiottarli. Io cerco di portare avanti quello che è il mio modo di vedere calcio e se sono stato scelto è per portare avanti non l’idea di qualcuno che è seduto da un’altra parte ma l’idea di chi è seduto qua, la mia. Il campo darà valutazioni e risposte, oggi bravi e domani meno ma speriamo che già da domani si parlerà in maniera differente di quella che è la Roma".
Arriva a questo esordio come avevi previsto, o in questo precampionato c'è stato qualcosa che non è andato? C'è stato qualche calciatore che la ha colpito più degli altri?
"A livello di singoli non devo parlare in maniera particolare di nessuno. Come detto prima tutte le caratteristiche dei giocatori vengono esaltate dal collettivo. Se c’è un giocatore che ha delle potenzialità enormi, che lo ha dimostrato e che per me può fare ancora meglio è Radja Nainggolan, può fare nelle due fasi molto bene, poi al di là che possa fare gli stessi gol dell’anno scorso o due di meno, è un giocatore con potenzialità enormi e può esprimerle ancora di più.Immaginate dove può arrivare questo giocatore per il materiale tecnico e fisico che ha e lo ha dimostrato sia in allenamento che nei test che ho fatto. Sul discorso generale: anche dagli errori si impara, anche dalle cose negative. E’ stata una grande scuola questo periodo, mi sono servite sia le cose positive che quelle negative per cercare di migliorare, è stato il momento giusto, è meglio sbagliare magari le ultime partite nel precampionato che all'inizio del campionato. Adesso si comincia a fare sul serio, chi abbassa il margine d’errore comincia a diventare una squadra importante. Credo che come nella vita anche nel calcio chi sbaglia meno vince".
Esiste un piano B al 4-3-3? Ha qualcosa da sottolineare sul primo anno da capitano di De Rossi e quello da dirigente di Totti?
"Di De Rossi ne ho già parlato, mi aspetto che sia il leader l’emblema di questa squadra, con la sua romanità e il suo desiderio di mettersi a disposizione della squadra e del collettivo. Per quanto riguarda l’integralismo, secondo me c’è l’intelligenza delle persone ma quando uno inizia un lavoro cerca di dare certezze. L’allenatore intelligente è quello che cambia tanto quando vince, l’allenatore che cambia tanto quando perde diventa stupido, qual è il giusto mix? Secondo me è la capacità di interpretare determinati momenti della stagione se c’è qualcosa da cambiare. Non è che uno inizia a darsi le martellate se vede che qualcosa non va ma mi sembra assurdo di parlare già di problemi del 4-3-3, che è un sistema di gioco che a me ha dato tanto e può dare tanto anche alla Roma. Vi fossilizzate sui numeri e non su quello che è un calcio dinamico e non statico, dopo 30′ fatti malissimo e il resto fatto discretamente, perché non vi posso dire che è già una squadra bene. C’è tanto da lavorare, ma mi sembra assurdo per 30 minuti parlare di qualcosa da mettere in discussione. E’ psicologia, se a ognuno di voi chiedo una formazione me ne date una differente, ma d'altronde qui che deve scegliere è soltanto uno e sono io. Cerco di capire ed interpretare al meglio le situazioni, andremo avanti col 4-3-3 che è un sistema dinamico e non statico. In base alle squadre che affronteremo i giocatori si comporteranno. A volte difenderemo 4-5-1, non è una questione di piano B, serve l’intelligenza di capire i momenti della stagione. Vi sto facendo capire che anche guardando il passato in tante occasioni ho cambiato. Perché devo cambiare qualcosa per 30 minuti di Vigo? Per far contento chi? L’integralismo è sempre negativo o può essere anche positivo. Totti lavora al mio fianco ed è un motivo di grande orgoglio, è una persona a cui sono molto legata e a cui voglio bene e che può fare solo che bene avendolo vicino, conoscendo bene Roma e il sistema Roma, sono contento di averlo da stasera vicino a me".
Per ora è soddisfatto del lavoro fatto dai calciatori in precampionato? Fra quanto vedremo la Roma di Di Francesco?
"Mi auguro che arrivi il prima possibile. Vi posso assicurare che in tante cose dobbiamo migliorare in tante cose e cercare di capire i meccanismi. Parlo sempre delle due fasi, offensiva e difensiva, però mi piace vedere la grande disponibilità della squadra, la voglia di mettere in pratica quello che gli chiedo a volte anche esasperandola, e questo a volte può non aiutare.io non voglio togliere loro qualità, voglio cercare di esaltarle in un sistema di gioco organizzato. Nella vita tutto o niente può riuscire, ma il pensiero è nettamente positivo per quello che ho visto fino ad ora togliendo quei trenta maledetti minuti di Vigo in cui sarebbero serviti 6 time out per cambiare i ragazzi che erano andati un po’ nel pallone e non riuscivano ad uscire da un momento di difficoltà".