
Artem Dovbyk è stato uno dei colpi di mercato più discussi dell’estate giallorossa. Dopo un’annata da sogno al Girona, con il titolo di capocannoniere della Liga spagnola e un contributo fondamentale alla qualificazione storica del club catalano in Champions League, l’attaccante ucraino è arrivato alla Roma con l’etichetta di potenziale protagonista in Serie A. Tuttavia, il suo percorso nella Capitale, almeno fino a questo punto della stagione, si è rivelato più complesso del previsto.
Nelle prime settimane, Dovbyk ha faticato ad adattarsi ai ritmi e alle marcature serrate del campionato italiano. L’exploit nella Liga sembrava un lontano ricordo e, dopo le prime 14 partite di Serie A, il bottino parlava chiaro: appena 4 reti, alcune delle quali poco influenti sull’esito delle gare. Anche a livello di impatto nel gioco, Dovbyk sembrava fuori sincrono, spesso isolato in avanti e incapace di dialogare con il resto del reparto offensivo.
Il cambio in panchina, con l’arrivo di Claudio Ranieri dopo l’esonero del precedente allenatore, ha però rappresentato una svolta. La Roma ha ritrovato equilibrio e solidità, inanellando una serie positiva di risultati che ha rilanciato la squadra nella lotta per le coppe europee. Dovbyk, pur senza trasformarsi in un bomber costante, ha iniziato a segnare con maggiore regolarità, mettendo a referto altri 7 gol in campionato e portando il suo totale stagionale in Serie A a quota 11. Una cifra rispettabile, ma inferiore alle aspettative iniziali, anche se va considerato il processo di ambientamento in un contesto nuovo e più competitivo.
Se allarghiamo lo sguardo all’intera stagione, l’attaccante ucraino ha finora collezionato 39 presenze in tutte le competizioni, realizzando 16 gol e fornendo 4 assist. In Coppa Italia, si è fatto notare con 3 reti in appena 2 presenze, mentre in Europa League ha giocato 11 partite (640 minuti complessivi) segnando 2 gol importanti per il cammino europeo della Roma. Le sue reti, in alcuni casi, si sono rivelate decisive, contribuendo a spingere i giallorossi verso la fase finale del torneo. Un potenziale antipasto di ciò che potrebbe accadere qualora la Roma, nella prossima stagione, fosse in grado di inserire il suo nome all’interno dei risultati Champions League.
Tuttavia, le statistiche raccontano solo una parte della storia. Le prestazioni di Dovbyk sono state altalenanti: al netto dei gol segnati, il suo coinvolgimento nel gioco resta spesso limitato. Le critiche di stampa e tifosi si sono concentrate sulla sua difficoltà a partecipare all’azione corale e sull’apparente mancanza di intensità in alcune partite chiave. In alcuni casi, la sua staticità ha spinto Ranieri a modificarne la posizione o a farlo partire dalla panchina, optando per un attacco più mobile e imprevedibile.
Ciononostante, Dovbyk continua a godere della fiducia dell’ambiente. Il tecnico romano ha spesso sottolineato l’importanza del suo giocatore come riferimento offensivo e la sua capacità di “aprire” le difese avversarie anche quando non è lui a finalizzare. Inoltre, lo spogliatoio sembra compatto e consapevole che, nel finale di stagione, servirà anche il miglior Dovbyk per centrare gli obiettivi prefissati.
L’ucraino, dal canto suo, sembra aver compreso le esigenze del calcio italiano: nei duelli aerei resta dominante, ma si sta sforzando di partecipare maggiormente alla manovra, venendo incontro ai compagni e attaccando la profondità con più decisione. Anche l’intesa con i trequartisti e gli esterni migliora, seppur lentamente.
La Roma, al momento, è in piena corsa per un posto nelle competizioni europee e ogni punto conquistato pesa enormemente. Le prossime giornate di campionato saranno decisive per definire il bilancio della stagione. In questo contesto, i gol di Dovbyk potrebbero diventare ancora una volta determinanti, non solo per la classifica, ma anche per i bilanci societari legati ai risultati di calcio a livello nazionale e internazionale.
Guardando al futuro, molto dipenderà dalle scelte della dirigenza giallorossa. Se Dovbyk riuscirà a chiudere l’anno in doppia cifra anche in Europa o se riuscirà a risultare decisivo in uno scontro diretto, potrebbe guadagnarsi la conferma e diventare un pilastro della Roma per il futuro. In caso contrario, non è da escludere che il club possa valutare alternative sul mercato, puntando su un profilo più affine al calcio italiano.
In ogni caso, la stagione di Artem Dovbyk resterà significativa, come banco di prova per le sue ambizioni personali e per la sua capacità di emergere in un campionato competitivo come la Serie A. I numeri parlano in suo favore, ma è il salto di qualità nelle prestazioni quello che il popolo romanista si aspetta da lui, soprattutto nei momenti che contano.