MANA' MANA' SPORT - Durante la trasmissione mattutina in onda sui 90.9, è intervenuto Diego Perotti che dopo l'esperienza alla Roma ha concluso la carriera tra Fenerbahce e Salernitana prima di chiudere la sua carriera.
Quanto farebbe comodo un giocatore con le tue caratteristiche alla Roma attuale?
“Un giocatore con quello stile, al di là di quello che facevo io, ma con le capacita di saltare l’uomo e creare superiorità fa comodo a tutte le squadre, non solo alla Roma. Sono calciatori che si vedono sempre meno, anche a causa del calcio attuale, perchè si punta molto sull’aspetto fisico”.
Cosa ne pensi di De Rossi allenatore? Già in campo si vedeva questa sua capacità di dirigere il gruppo?
“Da calciatore già si percepiva l’anima da allenatore Daniele. Aver vissuto dentro lo spogliatoio ti aiuta, anche se la gestione è complicata, anche perché se n’è andato un allenatore importante come Mourinho. Da quello che ho visto però mi sembra molto capace perché ha personalità, per me farà benissimo e gli auguro ovviamente tutto il meglio”.
Hai parlato di personalità, quando sarà difficile imporsi come allenatore visto il suo rapporto con gli ex compagni?
“È molto più complicato per l’allenatore che per i giocatori. Se avessi uno come Daniele come allenatore per me sarebbe più semplice, perché comincerei a guardarlo come un compagno allo stesso livello. Per l’allenatore è più complicato cominciare a farti sentire e imporsi in una maniera diversa, sia in lato positivo che in lato negativo. Però sono certo che lui sarà bravissimo a capire i momenti, quando avvicinarsi o quando rimanere lontano ai suoi calciatori. Non conosco lo staff, ma immagino che abbia scelto persone competenti quanto lui. Si deve essere bravi soprattutto all’inizio, poi col tempo e le partite diventa tutto più facile”.
Non una domanda ma una considerazione: spero tanto che la Roma trovi soprattutto la caparbietà, quella che avevi tu in campo, anche grazie a De Rossi in panchina.
“Io ho vissuto tanti cambi di allenatori, diversi stili di gioco, diverse gestioni. Adesso per la Roma comincia una nuova tappa, non è facile adattarsi, ha già cambiato schema di gioco, passando alla difesa a 4, vanno messe in considerazione tante cose. Io ho vissuto in un mondo, quello del calcio, in cui tutti parlano senza sapere, quindi se dico qualcosa è perché l’ho vissuta. Non ho mai avuto un ex compagno come mister, ma sicuramente hai più voglia perché vuoi dimostrare qualcosa anche a lui. Io guardo tutte le partite della Roma da quando me ne sono andato e devo ammettere che non vedo una mancanza di voglia. Mi sento molto identificato da questi giocatori, anche quando c’era Mourinho, ma adesso con l’entusiasmo che ha portato Daniele ce ne sarà ancora di più”.
È vero che la Roma e la Capitale rimangono dentro a chi ha giocato in questa città?
“Io ancora ho la speranza di trovare una squadra e continuare a giocare, ma sono 3 anni che sono fermo e vivo a Roma, e ho deciso che rimarrò a vivere qua. Almeno per me e tanti altri giocatori che conosco, Roma è una città che ti fa innamorare, e te lo dice uno a cui manca l’Argentina. Ho vissuto in alcune città bellissime come Siviglia, Istanbul Genova, ma per me la scelta è facile, perché Roma fa parte di me e della mia famiglia e se non è la prima è la seconda più bella al mondo. La squadra la seguo sempre e sarà sempre una delle più importanti in cui sono stato”.
Cosa vuoi fare dopo che smetterai di giocare? Hai in mente un ruolo da dirigente o comunque nel mondo del calcio?
“A me piaceva giocare a calcio e mi divertivo soltanto in campo. Facevo fatica da infortunato a vedere la partita e nello spogliatoio vedere tutti cambiarsi. Non ci riesco proprio, non riesco a vedermi al di fuori del calcio giocato”.