MOLA TV - Amantino Mancini, ex calciatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista alla piattaforma streaming. Il brasiliano si è soffermato su numerosi temi riguardanti la sua avventura nella Capitale. Queste le sue parole: "Sostituire Cafu è stata una sfida molto complicata, una responsabilità. Ma era una sfida che mi piaceva, ringraziando Dio le cose sono andate benissimo, belle prestazioni e bei gol. La Roma giocava un calcio bellissimo, a memoria. C’ero io, Taddei, Totti, Perrotta, eravamo una squadra molto organizzata. Assomiglia un po’ al Napoli di oggi, c’era anche il nostro allenatore di quel tempo ovvero Spalletti, secondo me una squadra molto simile”.
Sul derby.
“Non riuscivo a capire l’importanza nel derby, poi faccio il primo gol in Serie A di tacco in un derby e ci ho impiegato una settimana a capire l’importanza di quello che avevo fatto. Un gesto tecnico meraviglioso, poi conta anche la fortuna e l’istinto. Emerson ha fatto lo stesso mio movimento, la palla era bassa e l’unica cosa che potevo fare era il colpo di tacco. C’è fortuna, bravura, coordinazione, è stato un gol meraviglioso e indimenticabile. Il Tacco di Dio era un soprannome che mi piaceva molto, perché in mezzo c’è la parola Dio e io sono molto contento. Non ho fatto però solo quel gol di tacco come spesso mi dice la gente, anche altre cose!”.
Un ricordo di quel gruppo?
“Totti scherzava sempre duranti gli allenamenti e nello spogliatoio. Lui è molto semplice e umile. C'erano tanti brasiliani in quel gruppo, Taddei, Juan, Julio Sergio e altri. Uno spogliatoio molto tranquillo, nei primi periodi ho incrociato anche Cassano. Lui era un po’ particolare ma comunque un bravissimo ragazzo. Sono stato fortunato ad avere uno spogliatoio così, con giocatori bravi e simpatici”.
Confronto Spalletti-Capello-Mourinho?
"Ho avuto la fortuna di avere loro tre, come caratteristiche e lavoro sono diversi. Capello è un generale, molto serio e che riesce a gestire perfettamente il gruppo, anche se ci sono dei Bad Boy. Mourinho è un bravissimo comunicatore, entra dentro di te anche dal punto di vista psicologico. Spalletti è quello che sul campo mi ha dato di più, mi ha insegnato tatticamente molti movimenti. Per me è lui il migliore. Vediamo il Napoli, la sua squadra sa giocare, è organizzata e sa cosa fare in campo, sia quando difende sia quanto attacca. Hanno intensità, velocità, uno contro uno, uno-due, ci sono tante variabili. Poi c’è il suo carattere tosto, penso che Spalletti sia l’allenatore più bravo della sua generazione, si merita il titolo e faccio il tifo per lui”.
Il mio 11 ideale?
"Amantino Mancini senz’altro come ala. Sulla trequarti metto Ronaldinho, come attaccante centrale Ibrahimovic. Come esterno destro metterei Eto’o. I due a centrocampi sono Vieira e De Rossi. Come quattro difensori metto Maicon a destra, a sinistra Zambrotta, al centro Thiago Silva e Chivu. In porta Julio Cesar. Ad allenare mettiamo Luciano Spalletti”.
Sull'infortunio di Totti.
“Mi è dispiaciuto molto per l’infortunio di Totti nel 2006, era un giocatore importantissimo. Quel periodo lì sono riuscito a prendere la squadra per mano, ero spesso protagonista. Poi dopo il suo rientro ho mantenuto la regolarità e insieme a lui abbiamo fatto cose importanti”.