"Leaders in Sport" a Londra, PALLOTTA: "Non si puó essere un marchio globale senza lo stadio di proprietà. Vogliamo essere la 'seconda squadra' preferita di tutti" (FOTO e VIDEO)

11/01/2018 alle 16:31.
img_8345

In attesa dell'arrivo a Londra di Monchi e del meeting dei prossimi giorni con il resto della dirigenza, il presidente della Roma  è intervenuto questa mattina al convegno «Leaders in Sport», in cui ha parlato del nuovo stadio romanista:

Il presidente ha dichiarato: "Non si può essere un marchio globale senza lo stadio di proprietà. Nel mondo ci sono circa 3 miliardi di tifosi di calcio. Vogliamo che l'1% dei tifosi di calcio nel mondo scelgano di seguire la Roma come seconda squadra: se questo 1%, che sarebbero circa 30 milioni di supporters, spendesse per le cose che noi facciamo anche solo 5 dollari vorrebbe dire che le revenue sarebbero pari a 150 milioni di dollari. Fino a 5 anni fa pensavo che il calcio fosse un gioco orribile, non riuscivo a capirlo, ora sono fuori di testa per il calcio. Tutti a Roma vogliono questo stadio tranne forse i tifosi della Lazio, ma possono giocarci una volta a stagione. Nel nuovo stadio verrà usata la tecnologia plug-and-play. La realtà virtuale? È bella, ma ha bisogno delle versioni tre e quattro per avere un senso. L'esperienza dei tifosi determina la tecnologia utilizzata: non c'è bisogno di inserire le ultimissime novità hi-tech se non richieste". 

Il presidente ha poi affrontato il discorso del sistema di riconoscimento facciale all'ingresso dello stadio come una nuova possibilità da usare come misura di sicurezza paragonandolo al passaporto elettronico da utilizzare ai controlli di sicurezza in aeroporto:

“Stiamo passando molto tempo nel decidere che tipo di misure di sicurezza ci saranno, che tipo di riconoscimento facciale useremo. Da qui a tre anni, le cose saranno diverse rispetto ad oggi. Chi ha mai assistito ad una partita in Italia? Sapete com’è un derby tra Roma e Lazio? Nel Nord Italia non litigano molto, non è così, ma al Sud… come , Roma… I problemi di sicurezza sono davvero significativi. Posso farti un esempio: circa un anno e mezzo fa, siamo andati dalla polizia, mi sono seduto ad un tavolo con il capitano e gli ho chiesto ‘Perché non arrestate queste persone?’. Lui mi ha risposto ‘Permettimi di farti vedere perché’, e mi ha aperto questo quaderno pieno di persone che avevano commesso qualcosa ma c’erano soltanto immagini sfocate. Quindi abbiamo chiesto se potessimo portare telecamere ad alta definizione all’interno, e le abbiamo comprate noi, anche se non siamo i proprietari dello stadio, per iniziare a vedere chi è che crea problemi”.