Nella giornata di ieri è ufficialmente terminata l'avventura di José Mourinho sulla panchina della Roma. Annunciato a sorpresa al popolo giallorosso il 4 maggio del 2021, lo Special One ha ottenuto risultati altalenanti nel corso della sua avventura nella Capitale: in campionato la squadra ha reso al di sotto delle aspettative, ma in Europa ha dimostrato tutto il suo valore alzando al cielo una Conference League e conquistando una finale di Europa League. Nel complesso il tecnico portoghese ha diretto la Roma in 138 partite e ha collezionato 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte, per una media di 1.70 punti a match.
Mourinho ha vissuto dei mesi complicati in questa stagione, caratterizzata dalla nona posizione in classifica in Serie A (anche se la Champions League dista solamente 5 lunghezze), dal secondo posto in un girone piuttosto abbordabile di Europa League e dal conseguente ostacolo del playoff contro il Feyenoord e dall'eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia nel derby contro la Lazio.
Per Mourinho quindi si tratta del terzo esonero di fila (lasciò il Chelsea e il Real Madrid in seguito a una risoluzione consensuale del contratto) dopo le avventure con Manchester United e Tottenham (durata quasi 2 anni).
Il terzo anno sembra essere fatale per lo Special One: ai tempi dei Blancos la sua avventura si concluse al termine della terza stagione, mentre nella seconda parentesi ai Blues, nell'esperienza ai Red Devils e alla Roma il rapporto si interruppe durante il corso della terza annata. Mou lasciò anche il Porto dopo tre anni, ma in quel caso non ci furono polemiche, bensì la scelta fu legata solamente alla volontà di compiere il salto di qualità. In generale, la prima avventura nel Chelsea terminò all'inizio del quarto anno, mentre dopo soli due anni lasciò l'Inter.
I motivi dell'addio sono spesso riconducibili ai risultati negativi e alle divergenze con le proprietà, ma in alcuni casi si sono registrati dei problemi con lo spogliatoio. La conferma arrivò proprio da Frank Lampard, uno dei fedelissimi di Mourinho ai tempi del Chelsea, il quale spiegò ai microfoni del Podcast di John Obi Mikel i motivi della partenza del tecnico: "Io piansi, ma non fui il solo. Ero seduto vicino a John Terry, eravamo entrambi emozionati. Con José è stato un viaggio incredibile: i primi due sono andati molto bene e abbiamo vinto dei trofei, nel terzo si ruppe qualcosa. La situazione divenne tossica molto in fretta, credo che ci fossero un paio di nuovi giocatori e c'erano delle questioni sul fatto che lui non fosse d'accordo con i loro arrivi. La negatività si diffuse nello spogliatoio. Non fu una sorpresa, ma come giocatore, dal punto di vista personale, ero distrutto e deluso".
La maledizione del terzo anno sembra aver colpito ancora una volta José Mourinho e neanche la vittoria della Conference League e il raggiungimento della finale dell'Europa League nelle stagioni precedenti sono bastati per convincere i Friedkin a proseguire con lui almeno fino al 30 giugno 2024.
EP