LAROMA24.IT (Emanuele Polzella) - José Mourinho è stato squalificato per 10 giorni a partire dalla prima di giornata di Serie A e inoltre è stato sanzionato (come la Roma) con 50mila euro di multa. Il Tribunale Federale Nazionale ha deciso di punire così lo Special One, accusato di "giudizi lesivi nei confronti dell'arbitro Chiffi e del movimento arbitrale" nel postpartita di Monza-Roma, match valido per la trentatreesima giornata di Serie A e andato in scena il 3 maggio. A causa della squalifica di 10 giorni, l'allenatore giallorosso salterà quindi il primo e il secondo turno di Serie A. Non è la prima volta che la FIGC punisce i tesserati delle società in questo modo, infatti accadde sia nel 2016 sia alcuni mesi fa, nel novembre del 2022.
STESSA SANZIONE, TRATTAMENTO DIVERSO
Il protagonista del primo episodio fu l'ex Lazio Senad Lulic. Il calciatore biancoceleste fu squalificato per 20 giorni in seguito alle frasi razziste rivolte nei confronti di Antonio Rudiger, all'epoca difensore della Roma: "Fino a due anni fa vendeva calzini, ora fa il fenomeno", disse Lulic nel postpartita di un derby. Il calciatore bosniaco patteggiò e la FIGC decise di sospenderlo per 20 giorni (più 10mila euro di multa): il periodo della sanzione, però, partì durante le vacanze di Natale (22 dicembre), motivo per cui saltò solamente la sfida dell’8 gennaio col Crotone.
Lulic non fu l'unico a essere "graziato", infatti anche l'attaccante del Sassuolo Andrea Pinamonti si rese protagonista di un episodio molto simile. Il centravanti rivolse alcuni insulti verso l'addetto al controllo antidoping dopo la gara contro l'Atalanta del 15 ottobre 2022 e, dopo aver patteggiato, fu sospeso per 20 giorni. La squalifica iniziò il 21 novembre e terminò il 10 dicembre, un periodo in cui non si disputarono partite poiché vi era la sosta per il Mondiale in Qatar. Pinamonti, quindi, tornò regolarmente in campo alla ripresa del campionato, senza saltare alcuna gara.
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", recita l'articolo 3 della Costituzione italiana. Ma così non sembra...